ATTENZIONE CICLISTI IN GIRO.
E’ il nuovo libro di Marco Pastonesi e Fernanda Pessolano con il contributo di vari autori. Alcuni famosi, alcuni molto famosi, alcuni sconosciuti ai più, come l’animatore di questo sito e di questo blog.
“Mi è sempre piaciuto leggere manuali tecnici e guide di viaggio. I primi sono aridi e tecnici, ma utilissimi. Le seconde, oltre che utilissime, per la costruzione del viaggio come della gita di giornata, ci fanno sognare. Con i dettagli descrittivi, le fotografie, le cartine, le illustrazioni, le indicazioni e le possibili divagazioni.
Dalle cronache descrittive di Luigi Bertarelli (fondatore del TCI) di inizio ‘900 alle più moderne guide con integrazioni digitali e tracce .gpx per non sbagliare (quasi) mai la strada, tutte racchiudono l’attesa, il preliminare e il viaggio. A piedi, in bici, in canoa o a cavallo, poco importa. Alla fine, racchiudono anche il ricordo, resistendo al tempo.
Le mie, quelle che ho comperato o che mi hanno regalato, hanno resistito a ben cinque traslochi e sono ancora tutte li, in bell’ordine sul solito scaffale. Ancora piene di utili suggerimenti e spunti.
Oggi ci sono strumenti molto validi ed efficaci per non perdere la strada, soprattutto per chi gira in bici. I Garmin in testa, gli smart-phone che in un attimo ti connettono alle mappe di google o, senza eccessi tecnologici, alcune ciclabili stra-classiche, con una segnaletica tale che …ti ci metti sopra e non pensi più a niente, se non a pedalare.
Ma è questione squisitamente, cartografica.
La guida, una buona guida, è molto di più della pura cartografia.
Racconta il viaggio, traducendo in vera e propria letteratura, i segni e i simboli cartografici. E’ come il pane, quello appena sfornato, per ogni ciclista o escursionista che si rispetti.
Alla guida ci si affida con la stessa fiducia che si dà all’amico migliore, per ottenere spunti, utili indicazioni e suggerimenti, di luoghi a noi del tutto sconosciuti o poco conosciuti. Dove mangiare, dove dormire con tanti o pochi euro, numeri di telefono, e via dicendo. Alla guida cicloturistica si chiede anche di segnalare percorsi, quanto più possibile fuori dal traffico, caratteristica distintiva delle “strade zitte” pubblicate su stg-turbolentonet-sz24.kinsta.cloud
A tanta fiducia, corrisponde una sacrosanta aspettativa di informazioni “certificate”.
Ecco quindi il decalogo della guida di qualità.
1. Deve fornire un’ottima e attendibile sintesi “anagrafica” del percorso, lunghezza, dislivello, altre difficoltà, provincia di appartenenza, punti di particolare interesse ed eventuali situazioni di pericolo cui prestare attenzione; indicazioni d’uso del tipo: percorso adatto a chi pedala più di 3.000km/anno, piuttosto che “adatto a tutti”.
2. Deve fornire indicazioni precise, inequivocabili ed esaustive, del percorso, alleggerendo la descrizione tecnica con le impressioni e le sensazioni di viaggio; oggi grazie al web è possibile raccontare su carta il percorso, con indicazioni turistiche e descrizioni manzoniane del paesaggio, delegando le indicazioni tecniche “girare a destra” e “girare a sinistra”, con inconfutabile precisione, alla traccia in formato .gpx, scaricabile dal sito di riferimento, collegato alla guida (multimedialità).
3. Deve fornire informazioni accurate, attendibili e verificate di persona, riportando nell’indice o comunque in evidenza, l’anno a cui si riferiscono quelle informazioni; eventuali aggiornamenti possono essere pubblicati sul sito di riferimento.
4. Deve essere illustrata con fotografie, poche, ma buone, di medio o grande formato.
5. Deve riportare il commento di qualche altro ciclista che ha fatto quel giro, oltre all’autore, per creare un trip-advisor degli itinerari ciclistici.
6. Deve fornire indicazioni su vitto, alloggi e attrazioni turistiche “oltre la bici”, ma anche vie di fuga, tipiche le stazioni ferroviarie per ricorrere al treno+bici in caso di eccesiva stanchezza, o guasto meccanico “irreparabile” per chi affronta i viaggi in bicicletta, in totale autonomia (=senza pulmino-assistenza al seguito).
7. Deve contenere un indice e un indice analitico ben fatti ed essere pensata per un pubblico internazionale, quindi con indicazioni di aereoporti, numeri telefonici di emergenza, regole per il bici+treno e per le prenotazioni, siti per le previsioni meteo.
8. Ogni percorso deve essere realmente “percorso” e quindi collaudato, dall’autore, i percorsi scritti a tavolino sono riconosciuti al volo dal lettore attento.
9. Chi scrive una guida deve viaggiare in incognito, senza cercare “ospitalità” in cambio di notorietà e citazioni sul prodotto stampato, o web che sia.
10. Deve, infine, essere leggera, meglio ancora se a schede, per non portarsi dietro del peso inutile, ma solo lo stretto indispensabile. Meglio ancora se le schede fossero impermeabili. Perché può capitare che piova.
E se piove? Beh, questo nessuna guida lo può prevedere. Può evitare di suggerire luoghi notoriamente piovosi. Per il resto, nel caso, ci si bagna.”
Paolo Tagliacarne